Rileggere Mario Lodi
Su Il Bo Live l’omaggio al grande maestro e scrittore, nel centenario della nascita. Su Prime Pagine riportiamo alcuni passaggi: qui potete leggere l’articolo completo
17 febbraio 2022
Le sue parole per iniziare, il suo pensiero chiaro e potente: “Insegnare a parlare significa insegnare a pensare”. Non potevamo dimenticare questo centenario, perché oggi la lezione di Mario Lodi (17 febbraio 1922 – 2 marzo 2014) arriva con tutta la sua forza, il suo senso, la sua rivoluzionaria bellezza. In questi tempi faticosi di pandemia, che tanto hanno segnato la scuola e colpito duramente l’infanzia, ricordare il grande maestro e scrittore è un dovere e un atto di fiducia. Lo facciamo oggi, omaggiandolo nel giorno in cui avrebbe compiuto cento anni.
“Non avrei mai pensato di diventare maestro di scuola. Volevo fare il falegname, vivere in una segheria tra trance e pialle, sgorbie e lime. Il mio modello era Geppetto, l’artigiano di Collodi. Sì, volevo essere come Geppetto con Pinocchio”. Un po’ Geppetto lo è stato, “artigiano” innovatore delle parole, di storie da costruire sempre insieme ai suoi bambini, rivoluzionario mite della speranza, dell’esperienza pedagogica tra i banchi di scuola e tra le pagine dei libri. Così lo descrive Franco Lorenzoni, autore dell’introduzione dell’edizione speciale de Il paese sbagliato. Diario di un’esperienza didattica (Einaudi 2022, pubblicato per la prima volta nel 1970), in libreria dal primo febbraio scorso: “Mario Lodi è stato e continua a essere un maestro da ascoltare, leggere, studiare, perché la sua scuola era rigorosa ed esigente e insieme appassionata e divertente”.
Nato il 17 febbraio 1922 a Piadena, il 10 giugno 1940 Mario Lodi si diploma maestro all’Istituto magistrale di Cremona. In quegli anni, la sua anima si rivela limpida, senza filtri, e la sua opposizione al fascismo lo porta ben presto a sviluppare un pensiero giusto e libero che, dopo la guerra, costituirà la base per il suo impegno pedagogico per una scuola nuova e democratica. Diceva: “Si capisce bene cos’è una scuola quando la viviamo come se fosse il luogo dove si entra competitivi e, dopo aver lavorato e studiato insieme, si esce rispettosi degli altri e tolleranti”.
Tra i momenti più significativi della sua vita, la nomina nel 1948 come maestro di ruolo a S. Giovanni in Croce (Cremona), il suo primo passo nel mondo della scuola, e il contatto con il Movimento di Cooperazione Educativa. Influenzato dalla lezione del pedagogista francese Celestin Freinet, negli anni, Lodi sviluppa il suo pensiero e una esperienza nuova e alternativa alla scuola fatta di nozioni, puntando anche sul teatro e l’arte, fino alla condivisione in classe di racconti da scrivere e illustrare insieme ai suoi alunni, tra tutte la storia di Cipì, diventata un classico. Una visione libera, la sua, capace di formare e nutrire la mente e l’anima sia dei bambini che del loro maestro.
[continua su Il Bo Live]L’articolo Rileggere Mario Lodi: Cipì, Bandiera e altre meraviglie presenta le edizioni speciali per il centenario, da Cipì (con le illustrazioni originali dei bambini di Vho di Piadena) a La mongolfiera (illustrato da Angelo Ruta), passando per Cipì e Bandiera in scena!, tutti Einaudi Ragazzi. E riscopre un piccolo gioiello di bellezza poetica, pubblicato da Orecchio acerbo, Il soldatino del Pim Pum Pà (illustrato da Michele Rocchetti).
In copertina: illustrazione di Angelo Ruta da “La mongolfiera” di Mario Lodi, Einaudi Ragazzi 2021
Francesca Boccaletto – Il Bo Live e Prime Pagine