Tre domande a… i fratelli Riegler
Si chiamano Martin e Florian, meglio conosciuti come Riegler brothers. Sono campioni di arrampicata. In questa intervista raccontano l’origine di una grande passione
Sono fratelli e amano la montagna. Sfidano le rocce per raggiungere la vetta, cercano sempre di superare i loro limiti. Sono professionisti di uno sport che non si può e non si deve improvvisare, ma che, al contrario, si inizia con prudenza, attenzione, grande consapevolezza. E una buona dose di coraggio, certo. Si chiamano Martin (che è nato nel 1980) e Florian Riegler (1982), vivono a Bolzano e sono campioni di arrampicata. Nel libro “Fratelli di cordata” (Infinito edizioni), scritto insieme alla giornalista Silvia Fabbi, raccontano la loro storia. Noi di “Prime Pagine” li abbiamo intervistati.
Quando è nata la passione per l’arrampicata? L’avete da subito condivisa o un fratello ha trascinato l’altro?
Martin: “La nostra è una passione di famiglia!”
Florian: “Abbiamo iniziato da piccoli, insieme ai nostri genitori. Io sono il più piccolo dei fratelli e da bambino volevo sempre fare quello che faceva Martin! Dunque inizialmente l’ho imitato, dall’adolescenza in poi abbiamo fatto tutto insieme…”
Il vostro sport non si può improvvisare: richiede coraggio, disciplina e tantissima attenzione. Non è certo per tutti. Mentre scalate vi capita mai di avere paura?
Martin: “Avere paura e rispetto serve per poter sopravvivere. Quando affronti le rocce devi concentrarti al massimo e pensare solo al prossimo movimento”
Florian: “Deve esserci un po’ di paura e il rischio si può sempre in qualche modo calcolare, quindi sai che puoi evitare di rischiare troppo se non lo vuoi. Dobbiamo metterci sempre la testa”
Diteci qual è stata la parete rocciosa che vi ha fatto emozionare di più, quella che ha richiesto maggiore preparazione e quella che ancora sognate di scalare…
Martin: “Le emozioni più intense le ho provate sulla Roda di Vaèl, nel Catinaccio. La maggior preparazione l’ha richiesta la spedizione in Pakistan con la ascensione del Kako Peak. E sogno di affrontare una montagna che nessuno ha mai scalato…”
Florian: “La Roda di Vaèl mi emoziona sempre perché è stata la nostra prima salita e perché ci abbiamo dedicato tanto tempo: tre estati della nostra vita sulla stessa parete! Quella che ha richiesto più preparazione è in Pakistan perché andava organizzato tutto, nei minimi dettagli. E poi ci sono i sogni… ma, ecco, diciamo che non sogno pareti, al massimo, se sto provando una via che non mi riesce, sogno il movimento che non riesco ancora a fare…”
(foto: Martin in azione, Florian sorride)
Redazione Prime Pagine