Orto in condotta
Coltivare verdure buone, divertendosi. Prendersi cura di un orticello e imparare qualcosa di nuovo, ogni giorno. Nel 2004 Slow Food lancia un progetto da inserire nelle attività di educazione alimentare e ambientale nelle scuole. Ve lo raccontiamo.
Studenti, insegnanti, genitori, nonni. Sono questi i protagonisti di Orto in condotta, un bel progetto lanciato una decina di anni fa da Slow food (l’associazione internazionale no profit impegnata a ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con la natura) pensato per trasmettere alle giovani generazioni i saperi legati alla cultura del cibo e alla salvaguardia dell’ambiente. A un mese dall’apertura di Expo2015 (1 maggio, Milano) vogliamo parlarvi di questa bella esperienza che cresce, anno dopo anno, coinvolgendo sempre più scuole italiane.
A metà degli anni Novanta nasce a Berkeley, in California, il primo School garden di Slow food. Un’iniziativa vincente che ispira ben presto molti appassionati del cibo e della vita sana a contatto con la natura. Qualche anno più tardi l’eco di quella esperienza arriva in Italia e favorisce la nascita di Orto in condotta, progetto di durata triennale che prevede percorsi formativi per insegnanti, attività di educazione alimentare e del gusto e di educazione ambientale per gli studenti e seminari per genitori e nonni ortolani.
Ma cosa fanno esattamente i piccoli coltivatori? Realizzano il loro orto, organizzano mercatini ed eventi, visitano aziende agricole, svolgono attività di educazione ambientale, alimentare e del gusto in aula e nell’orto stesso. Insomma, imparano e si divertono!
Da Nord a Sud, le tante scuole partecipanti hanno costituito una grande rete reale ma anche virtuale, grazie alla piattaforma Grow the planet, il social network dedicato a chi ama il cibo buono e sano, a chi ha l’orto o a chi vuole imparare, un luogo dove scambiarsi consigli, idee ed esperienze.
Per entrare nella rete le scuole, info: educazione@slowfood.it
Redazione Prime Pagine
(in copertina: carote di Polignano, Puglia. Foto Wikimedia commons)