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Un sogno al di là del muro


Sono passati trent’anni da una giornata che i vostri genitori e i vostri nonni ricordano perché ha trasformato, in qualche modo, la vita di tutti, anche di chi quel giorno non era neppure nato. Stiamo parlando del 9 novembre 1989, data che il mondo celebra per la caduta del muro di Berlino, un insieme di cemento e filo spinato lungo circa 155 kilometri, e praticamente impossibile da scavalcare, che divideva in due il mondo.

Quel giorno, in piazza, risuonava la musica dei violini, un suono di festa e di libertà. Era il 9 novembre 1989 e il muro che divideva la Germania Est dalla Germania Ovest, e spaccava in due la città di Berlino, veniva abbattuto dopo ventotto anni di filo spinato, di cani da guardia e di fucilate che impedivano agli abitanti di passare da una parte all’altra e di muoversi liberamente.

Quel muro però significava molto più di una divisione in due di una città o di una nazione, cosa di per sé già grave e importante, ma in realtà spaccava in due l’Europa e il mondo. Da una parte c’era la Germania Ovest con stati come Francia, Italia, Inghilterra e Stati Uniti. Dall’altra c’era l’Unione Sovietica, all’epoca una dittatura comunista, e tutti i Paesi dell’est Europa come Ungheria, Romania, Polonia, Cecoslovacchia e Bulgaria che improvvisamente si trovarono sotto assedio, senza più libertà di parola, di movimento, di voto e impossibilitati a ribellarsi.

Il 9 novembre 1989 è una data che dobbiamo ricordare perché quel giorno, nella piazza principale di Berlino, le persone poterono riassaporare la libertà. Gli abitanti della parte ovest della città si affrettarono a calcare le strade della parte est di Berlino, quelle strade che una volta erano appartenute anche a loro. I berlinesi della parte est avevano invece negli occhi la speranza e il sogno di conoscere l’Occidente con le sue pubblicità, con la Coca Cola e le macchine decapottabili. Tutti, quel giorno di trent’anni fa, hanno sperato finalmente che la democrazia fosse arrivata e che il mondo sarebbe diventato uno solo.

Non sappiamo se nel 2019 quella promessa di libertà sia stata pienamente mantenuta, ma il Muro di Berlino ci ricorda che non dobbiamo mai dare per scontato la possibilità di muoverci, di esprimerci come vogliamo e di ribellarci contro qualcosa che riteniamo ingiusto.

(illustrazione in copertina di Sara Pellegrini)

Redazione Prime Pagine

 

 

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