Il rugby diventa “mondiale”
È l’appuntamento maggiormente atteso e prestigioso nel pianeta della palla ovale: le squadre che ambiscono al successo approntano una programmazione di quattro anni per giungere al top della forma proprio per i Mondiali. Si tratta allo stesso tempo di una grande festa, che coinvolge anche squadre, tifosi e paesi che solitamente non sono protagonisti in questo sport. In questo senso, il mosaico di immagini allestito all’esterno di Twickenham racchiude tutto lo spirito del torneo (nella foto accanto).
La Coppa del mondo è giunta appena alla sua ottava edizione, contro le 20 del calcio e le 17 del basket. E ha conosciuto solo 4 diversi vincitori (Nuova Zelanda, Sud Africa e Australia ciascuna per due volte, quindi l’Inghilterra nel 2003). Quando il torneo fu creato nel 1987 l’intento era proprio quello di portare il rugby a una dimensione più ampia, globale. Oggi si tratta della terza manifestazione sportiva per interesse di sponsor e media, dopo i Mondiali di calcio e le Olimpiadi.
Il pianeta della palla ovale ha così conquistato nuovi interpreti e nuovi pubblici. La sorpresa di questi giorni è il Giappone, che ha sconfitto il Sud Africa nel primo turno. Nel rispetto dei principi del rugby la squadra nipponica è uscita dal campo di Brighton fra gli applausi di tutti gli spettatori, mentre tifosi giapponesi sono stati festeggiati dai sudafricani dopo un risultato così clamoroso.
E l’Italia? Gli azzurri stanno vivendo un momento difficile. Hanno perso contro Francia e Irlanda e vinto al fotofinish con il Canada. Rientrato a pieno servizio il capitano Sergio Parisse, la nostra Nazionale deve battere domenica 11 ottobre, alle 15.30 (potete vedere la partita su Sky), la Romania per chiudere il torneo almeno con la sufficienza. Intanto però gli azzurri hanno battuto un record: Mauro Bergamasco, bandiera della squadra, è l’unico dei partecipanti all’edizione inglese che sta giocando il suo quinto mondiale.
Elvis Lucchese
- Autore di libri sul rugby, dagli anni Novanta coniuga la passione per questo sport con l’interesse per la scrittura e la ricerca storica. Il suo blog è “La terra del rugby” (sul sito del Corriere del Veneto)
(in copertina, la Haka degli All blacks, la Nazionale neozelandese. Foto Wikimedia commons)