Bambini in fuga
Li chiamano profughi. Sono uomini, donne e bambini che fuggono dai loro Paesi dove lasciano guerra e violenza. Un progetto ideato da COOPI e UNICEF cerca però di far sentire meno soli e smarriti i più piccoli che, attraverso il ritorno a scuola, trovano serenità e stabilità.
Sono passati ormai quattro anni dall’inizio della guerra in Siria e da allora milioni di persone sono in fuga dal loro Paese. Quando attaccano il tuo villaggio, la tua città, la tua casa, cerchi di scappare il più in fretta possibile, a piedi o con qualsiasi mezzo tu abbia a disposizione, nella fuga scappi senza documenti perché il tuo unico pensiero è salvare la tua vita e quella delle persone a cui vuoi bene. Scappi lontano fino a che arrivi al confine con un altro Paese, lì trovi qualcuno che ti chiede chi sei e se hai un documento di riconoscimento, ed è a questo punto che comincia la tua vita da profugo, a piedi e totalmente indifeso.
Profugo è la parola che indica chi lascia la propria nazione a causa di guerre, invasioni, rivolte o catastrofi naturali. Secondo le stime delle Nazioni Unite sono più di cinquanta milioni nel mondo le persone obbligate ad abbandonare la loro casa ed è dalla fine della seconda guerra mondiale che non si registrava un numero così alto, e il rapido incremento degli ultimi anni è dovuto proprio alla guerra in Siria. Milioni di siriani hanno abbandonato la loro patria a causa di guerra, violenze e persecuzioni, più della metà sono donne e bambini che diventano nomadi. Quando arrivano al confine con i paesi vicini, come il Libano, la Turchia, la Giordania o l’Iraq, abbandonano una vita per andare verso un’altra di cui non conoscono nulla. E’ per questo che è fondamentale aiutare soprattutto i bambini a ritrovare un po’ di serenità, stabilità e a ricominciare ad andare a scuola.
Nel nord del Libano, dove si sono rifugiati molti profughi siriani, COOPI lavora in collaborazione con UNICEF per cercare di inserire i bambini nel sistema scolastico del Paese ospitante, superando le difficoltà sociali e linguistiche, dato che in Libano la seconda lingua è il francese mentre in Siria l’inglese. Il percorso di alfabetizzazione è iniziato a settembre 2014 e si concluderà a fine marzo 2015 ed è rivolto a bambini siriani e libanesi che spesso non hanno potuto frequentare una scuola, anche per tre o quattro anni, a causa del conflitto. L’obiettivo è garantire loro un luogo dove poter giocare, imparare e vivere un’infanzia finalmente spensierata. Inoltre, se i bambini frequentano una scuola, sono protetti e corrono meno il rischio di essere sfruttati.
Grazie all’aiuto di quattro istituti scolastici nelle aree di Tebammeh e Qoubbeh, due quartieri della città di Tripoli, Coopi ha potuto coinvolgere circa mille studenti e cinquanta insegnanti, che hanno organizzato lezioni di francese, arabo, matematica e attività ricreative. I bambini coinvolti provengono da famiglie poverissime, che spesso vivono isolate e non possono permettersi di comprare materiale per la scuola, ma grazie al progetto la situazione è molto migliorata e ora i bambini hanno quaderni, astucci, libri e anche succhi di frutta e croissant per la merenda!
Di grande aiuto è stato l’appoggio delle famiglie, che hanno compreso l’importanza della scuola come strumento per abbattere le barriere linguistiche e culturali e per ridare a questi bambini la speranza in un futuro migliore.
Maria Teresa Loteni
- coordinatore delle sedi Veneto di COOPI