Asparagi e uova in versione picnic
La nostra cuoca e scrittrice Elisabetta Tiveron ci insegna una ricetta che segue i ritmi della natura e delle stagioni che si succedono. Per un pranzo sull’erba davvero appetitoso…
A volte mi ripeto, ma non mi dispiace poi così tanto, se il tema mi sta a cuore, e quello di cui trattiamo oggi è la stagionalità dei prodotti.
“La natura lo sa” è una frase che pronuncio spesso. Perché in primavera si mangiano uova e asparagi? Gli asparagi rientrano tra quegli ortaggi purificanti (qualche volta anche un po’ amari) di cui già abbiamo avuto occasione di parlare: arrivano nel momento dell’anno in cui il nostro organismo necessita di eliminare le tossine accumulate durante l’inverno, quando si consumano cibi più grassi e calorici.
Le uova, dal canto loro, rappresentano la rinascita, la natura che si rimette in moto: in primavera gli uccelli nidificano e “mettono su famiglia”, e le galline non fanno specie, cosicché la produzione di uova, molto rallentata durante l’inverno, riprende a pieno ritmo.
Per finire: la primavera è anche la stagione dei primi picnic.
Ecco allora una ricetta che usa asparagi e uova in una torta salata un po’ diversa dal solito. Al posto della più usuale pasta sfoglia, ho utilizzato un pezzo di impasto per il pane, fatto con farina di frumento integrale, semi di girasole e lievito naturale (pasta madre). Dopo una prima lievitazione (più lunga, almeno un paio d’ore) ho steso questa pasta in una teglia tonda e l’ho lasciata lievitare, coperta con un strofinaccio, in un luogo tiepido per mezz’oretta; ci ho sistemato sopra gli asparagi (lessati mentre la pasta lievitava) e tagliati a pezzetti, e infine ho versato su questi una crema fatta miscelando robiola e uova (1 uovo ogni 100 grammi di formaggio). In forno a 200 gradi per 30 minuti, qualche minuto di attesa perché si intiepidisca… e buon appetito!
P.S.: quando scegliete le uova, assicuratevi che provengano da allevamenti dove possono vivere all’aperto, non costrette in gabbia, e alimentate nel miglior modo. Per sicurezza, optate per quelle da agricoltura biologica. Se poi avete la fortuna di conoscere qualcuno che tiene un pollaio ad uso familiare, approfittatene: le uova “di casa” restano le migliori.
Elisabetta Tiveron