L’origine dei biscotti
Un po’ di storia, un po’ di dolcezza. La nostra cuoca scrittrice Elisabetta Tiveron ci racconta da dove arrivano i biscotti e ci regala una ricetta golosissima…
Abbiamo parlato più volte di biscotti, senza mai chiarire, però, perché si chiamino così.
Bis-cotti, cotti due volte. In origine, infatti, si trattava di pane (non necessariamente dolce) affettato sottilmente dopo la cottura e messo nuovamente in forno fino all’essicazione completa. In tal modo venivano realizzate le gallette che un tempo si imbarcavano sulle navi (a lunghissima conservazione, potevano essere facilmente consumate dopo averle ammollate in un liquido), così come quelle ancora oggi in dotazione agli eserciti.
Il procedimento è quello usato anche per squisitezze come i baicoli veneziani e cantucci toscani: entrambe le ricette prevedono infatti una prima cottura sotto forma di filoncino, a cui segue affettatura e ricottura in forno. E’ anche un ottimo metodo per riutilizzare avanzi di torta, o per dare una seconda possibilità a un dolce non perfettamente riuscito (per esempio se è lievitato poco, o male). Sarà sufficiente ricavarne fette molto sottili (pochi millimetri), della dimensione preferita, sistemarle su una placca, rivestita di apposita carta, e infornarle a temperatura moderata (circa 160 gradi), girandole ogni tanto cosicché si asciughino uniformemente. Il tempo può variare dai 20 ai 30 minuti. Una volta spento il forno, lasciateci dentro i biscotti (a meno che non si stiano scurendo troppo) fino al totale raffreddamento.
Elisabetta Tiveron